I vari aspetti della somministrazione nei circoli privati

30 giugno 2025

I vari aspetti della somministrazione nei circoli privati

I vari aspetti della somministrazione nei circoli privati

La somministrazione di alimenti e bevande nei circoli privati è un’attività che, seppur spesso svolta in ambito associativo e non profit, è soggetta a una regolamentazione articolata. Comprendere i vari aspetti della somministrazione nei circoli privati è fondamentale per evitare sanzioni, tutelare i soci e garantire la regolarità dell’ente sotto ogni punto di vista: amministrativo, fiscale, contabile e igienico-sanitario.


Requisiti amministrativi: cosa prevede la legge

Dal punto di vista amministrativo, l’avvio dell’attività di somministrazione all’interno di un circolo privato richiede l’ottenimento dell’autorizzazione comunale. Tuttavia, il D.P.R. 235/2001 introduce importanti semplificazioni per i circoli affiliati a enti nazionali riconosciuti dal Ministero dell’Interno – come Entes. In questi casi, è sufficiente presentare una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al Comune di riferimento, senza dover richiedere una licenza commerciale. Diversamente, i circoli non affiliati o gli esercizi pubblici devono seguire l’iter ordinario con richiesta di apposita autorizzazione.


Gestione contabile: semplicità per gli affiliati, obblighi per tutti

Sotto il profilo contabile, è essenziale garantire la tracciabilità di tutti i proventi derivanti dalla somministrazione. I circoli affiliati a enti riconosciuti e le APS iscritte al RUNTS, operando in regime decommercializzato, possono utilizzare una prima nota in forma libera. Tuttavia, devono comunque predisporre il rendiconto economico-finanziario annuale e depositarlo presso il RUNTS.

Gli enti non affiliati o non iscritti al RUNTS, invece, devono seguire il regime ordinario: emissione di scontrini fiscali, utilizzo di registratori telematici, iscrizione alla Camera di Commercio e redazione del bilancio, con tutti gli obblighi IVA e fiscali previsti per le attività commerciali.


Regime fiscale: quando è attività commerciale

Un altro dei vari aspetti della somministrazione nei circoli privati riguarda il trattamento fiscale. La somministrazione può essere considerata attività non commerciale solo se svolta da enti affiliati o APS iscritte al RUNTS, riservata ai soli soci, non pubblicizzata verso l’esterno e svolta in modo secondario e strumentale rispetto alle attività istituzionali.

Quando uno di questi requisiti viene meno – ad esempio in caso di accesso al pubblico, assenza di affiliazione o promozione su canali esterni – la somministrazione è considerata attività commerciale, con conseguente applicazione dell’IVA, delle imposte dirette e degli obblighi dichiarativi.


Obblighi igienico-sanitari: normativa per tutti

L’ultimo ma non meno importante aspetto riguarda l’ambito igienico-sanitario. A prescindere dalla natura giuridica del soggetto, tutti i circoli che somministrano alimenti e bevande devono rispettare i regolamenti sanitari locali. Ciò include l’applicazione delle norme HACCP, l’adeguamento dei locali ai requisiti igienico-strutturali e la formazione del personale. La comunicazione deve essere inviata all’ASL competente tramite la piattaforma SUAP del Comune.

 


Conoscere i vari aspetti della somministrazione nei circoli privati è indispensabile per gestire in modo corretto e conforme le attività associative. Affidarsi a un ente di riferimento come Entes significa avere al proprio fianco una guida esperta nell’interpretazione e nell’applicazione delle normative, per operare sempre nella piena legalità.

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